Sono poche, anche se importanti, le novità per il personale dipendente da PA contenute nella legge di bilancio 2017 che il Parlamento ha approvato definitivamente nei giorni scorsi. Si deve segnalare in primo luogo lo stanziamento di nuove risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Ed inoltre, vanno ricordate le disposizioni sull’ampliamento della utilizzazione dei congedi obbligatori da parte dei padri e la proroga della validità delle graduatorie per le assunzioni a tempo indeterminato. Mancano invece disposizioni sull’ampliamento delle capacità assunzionali da parte delle PA e, soprattutto, da parte dei comuni.
Sono stanziate risorse aggiuntive per consentire il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del pubblico impiego. Tali risorse sono quantificate per le amministrazioni statali insieme a quelle destinate alle assunzioni a tempo indeterminato ed alla ricostruzione delle carriere del personale dell’esercito, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco: la distinzione nella destinazione all’interno di tali risorse sarà operata successivamente. La cifra complessivamente stanziata è di 1920,8 milioni per il 2017 e 2633 dal 2018, che si aggiunge ai 300 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità del 2016 per i rinnovi contrattuali. Ripetendo lo stesso metodo previsto dalla legge di stabilità 2016 si chiarisce che, per le amministrazioni pubbliche non statali, quali regioni, province, comuni, Asl etc, con uno specifico DPCM saranno dettati i tetti massimi degli aumenti per questo personale.
Con queste risorse si dovrebbe garantire a regime, cioè nel 2018, un aumento medio di 80 euro mensili, come previsto dalla intesa stipulata tra il Governo e le organizzazioni sindacali lo scorso 30 novembre.